Paola Rondano era un’amica. Una che sapeva il fatto suo. Dirigeva il negozio di commestibili che dà su via XX settembre alla Fracia di Moncalvo. Agnolotti e verdure lesse e prelibatezze monferrine dal 1889. Prima di entrare mi fermavo davanti alla sua vetrina a contemplare quel bendidio come se i piatti fossero opere d’arte. E c’era dell’artista in Paola. Mi veniva anche a trovare al Romito, discutevamo, e che discussioni, non era una che si poteva condire via facilmente. Aveva le sue idee. Stavamo delle sere intere a parlare di arte e letteratura. Scriveva poesie anche e me le portava da leggere. Qualcuna mica male. Te hai sbagliato mestiere, dovevi scrivere. Le dicevo. Aveva l’animo sensibile, ma il negozio guai a toccarglielo. Non mi lasciava mai andare via a mani vuote. Ogni tanto mi rifilava un regalino, cose sfiziose, sapeva che ero golosa dei suoi piatti. Così per simpatia, per amicizia. Non hai mica un negozio di alimentari te, ma una boutique, le dicevo. E lei rideva.