Le avrete viste anche voi, sono i luoghi di preghiera dei musulmani, distribuite dall’Africa all’Asia. Molte sono luoghi di grande bellezza e suggestione. Soprattutto negli interni. Avrei voluto entrarci quando le trovavo per via, come quella di Marrackesh e quelle incontrate “on the road” traversando Turchia, e Iran. Ma non ho avuto l’occasione. Come sono fatte moschee e minareti? Un po’ di storia non guasta.
Il mare nostrum fu il principale teatro di un conflitto commerciale, politico, culturale che pareva inarrestabile. Oggi è solcato da disperati che vengono da noi perché da loro si crepa. Per centinaia di anni gli “infedeli” hanno convissuto con un incubo che tormentava popoli e governi di mezza Europa. Le cronache dall’alto medioevo in poi riportano drammatiche vicende, talvolta esagerate ad arte dai cronisti e il terrore di una minaccia comunque reale e implacabile. Anche se viaggiatori testimoniano di storie differenti, di atmosfere uniche, di sorprendenti scambi di favori, di inaspettate ospitalità, ancora in parte da sondare. Un esempio? La Serenissima non aveva forse inviato a Istanbul il suo pittore ufficiale Gentile Bellini per ritrarre il sultano Maometto II, due decenni dopo la conquista ottomana della città, e come interpretare poi, cinquant’anni dopo Lepanto (1571) la concessione ai Turchi di un fondaco in città? Scrive Riccardo Bon sulla rivista Arte Incontro della Libreria Bocca di Milano dei rapporti fra Venezia e Istanbul, e che dire delle lampade da moschea fabbricate su commissione nelle vetrerie di Venezia? Fervido scambio commerciale e culturale fra le due civiltà, fra le pieghe del loro conflitto, piuttosto che una palese e granitica contrapposizione riporta l’articolo. Come non ricordare il rilievo di Avicenna e Averroè che così tanta influenza ebbero sul pensiero occidentale?
Penso sia importante comprendere quel mondo, apprezzare i suoi poeti e filosofi arabi, visitare i souk delle città dell’Islam, seguendo itinerari poco noti, ricchi di suggestione e storia. Il mondo alla fine è un condominio, tutto sommato, conoscere meglio i nostri vicini di appartamento conviene. Sempreché il desiderio di comprendere sia reciproco e condiviso. Voglio segnalare un curioso aneddoto su Maometto, riportato dallo storico Aldo di Ricaldone, nel volume MONFERRATO TRA PO E TANARO:
…il gatto preferito del profeta si era addormentato sull’ampia manica del caffetano: già il muezzin aveva per la seconda volta invitato dal minareto i fedeli alla preghiera. Maometto piuttosto che scomodare il micio tagliò la manica, recandosi alla moschea, col caffetano privo di una manica….
Questa curiosità ci dà modo di parlare del luogo in cui i fedeli musulmani si incontrano a pregare e di quello da cui parte l’invito alla loro preghiera: La moschea e il minareto. Cosa rappresentano? E chi era il Profeta Maometto? Leggiamo cosa scrive su questi importanti soggetti il sito del Centro Islamico di Milano e della Lombardia diretto dal dr. Ali Abu Shuwayma che qui ringraziamo.
LA MOSCHEA
È un edificio in cui si svolgono le pratiche religiose dell’Islam e specialmente la preghiera congregazionale. Fu lo stesso Profeta Muhammad a fondare la prima moschea a Medina. Dalla sua primitiva forma, quella di ampio cortile recinto, con piccole costruzioni in legno addossate al muro, di cui quelle poste verso La Mecca destinate al culto e le altre ad abitazione, ben presto la moschea, oltre che ad essere sede di attività religiosa, diventa anche centro della vita sociale, politica e militare della comunità musulmana. Nei primi tempi dell’espansione islamica, la pianta schematica di una moschea consta di un grande cortile di forma rettangolare, in cui, al centro, sorge una fontana, destinata alle abluzioni dei fedeli. Intorno al cortile corre un porticato semplice o multiplo, coperto con un tetto o con una caratteristica serie di cupolette. Sul lato del rettangolo perpendicolare alla direzione in cui si trova La Mecca c’è una nicchia, chiamata in arabo “al-mihrab”, che indica la direzione della preghiera. Alla destra della “nicchia direzionale”, molto rialzato dal pavimento, c’è un elemento di arredo della moschea, chiamato “al-minbar” e costituito da una scala che porta a un podio con sedile, da cui il predicatore della preghiera congregazionale del venerdì fa la predica ai fedeli (la predica si chiama “al-khutbah”). Ogni moschea, poi, ha uno o più minareti. In tempi successivi la moschea si caratterizza in forma di grande sala delle preghiere, ricoperta a tetto, a volta, a cupola e, qualche volta, il muro esterno di recinzione è fortificato per la difesa dei fedeli, in caso di attacchi nemici. Intorno all’anno 1000 dell’e.v. gli architetti musulmani introdussero la costruzione in mattoni. Le prime moschee edificate con il mattone vennero realizzate in oriente, dove fu usato l’arco a sesto acuto ed in un secondo momento si cominciò a costruire in occidente, dove divennero caratteristici l’arco a pieno centro e quello a ferro di cavallo. Dopo il 1000, nell’era dominata dai Turchi, la moschea incomincia ad essere progettata e realizzata come edificio a composizione, culminante in una grande cupola, costruita sopra la sala centrale piramidale.
Verso la fine del 1400, dopo la liberazione di Costantinopoli dalle ormai fatiscenti strutture dell’impero bizantino, e nei secoli successivi gli architetti accentuarono nella moschea la sua composizione planimetrica e lo schema volumetrico piramidale, dato dallo sviluppo dei grandi archi, delle volte a semi-bacino e dalla cupola centrale. L’edifico, nel suo complesso architettonico, a una forza ed una compattezza, mai raggiunte fino ad allora e che culminano, verso la fine del XVI sec. nella Moschea di Solimano il Magnifico a Istanbul e nella Moschea di Selim ad Adrianopoli. Le costruzioni più recenti ricalcano, più o meno, gli schemi tradizionali.
IL MINARETO
La parola italiana “minareto” deriva dall’arabo “al-manarah”, cioe’ una torre portante una luce, cioè un faro. La caratteristica torre della moschea, avente presso la sommità una terrazza sporgente, da cui il muezzin invita i fedeli alla preghiera, si chiama “al-ma’zanah”, cioè il luogo da cui viene fatta “al-anzana” (la chiamata alla preghiera) da “al-mu’azzin” (il convocatore alla preghiera). Nella lingua italiana è la parola minareto che indica la torre della chiamata alla preghiera. I Minareti furono introdotti nel VII sec. nella forma a base quadrata, tipo che, poi, ebbe diffusione anche nel Magreb e nell’Andalus. Al centro della terrazza finale si ergeva un’altra piccola torre, anch’essa a pianta quadrata con una copertura a forma di piramide o a cupola semisferica.
Il minareto a pianta ottagonale prevalse, in principio, nelle regioni iraniche; fra il 1100 e il 1200 fa la sua comparsa il minareto cilindrico a pianta circolare, esile e snello, che porta presso la sommità una piattaforma, pure essa circolare e sporgente a sbalzo, sormontata da un altro piccolo cilindro, coperto con una cupola semisferica o con la caratteristica “cupola a bulbo”. Nell’impero ottomano il minareto cilindrico acquista snellezza e lievita con terminazioni appuntite a cono. Interessanti sono i due esemplari di torri-minareto con scala a spirale esterna, delle quali la più imponente si trova a Samarra in Iraq e l’altra nella moschea di Ibn Tulun al Cairo. Il minareto, di solito è unito a coppie, ma, sovente, nelle moschee se ne hanno più di due. La posizione primitiva nelle moschee era sull’asse della navata e sul lato del cortile opposto a quello in cui era ricavato il “mihrab”; in seguito vennero posti sugli angoli del cortile (e allora furono in numero di tre o quattro), oppure ai lati del portale (minareti a coppia) per accentuarne la posizione e la monumentalità.
Alle porte di Milano c’è una moschea. È la prima costruzione, definibile dal punto di vista architettonico come Moschea (con Cupola e Minareto), realizzata in Italia, dopo la demolizione della moschea Giami di Lucera dei Saraceni, nella distruzione di quella città delle Puglie e il massacro di tutta la sua popolazione musulmana, eseguita da Carlo I d’Angiò, nel 1269, con la “crociata angioina”, indetta da papa Clemente IV. Sono passati ben 719 anni! La Moschea è stata inaugurata nel giorno 12 di Shawwal 1408 dell’Egira, corrispondente al 28 maggio 1988. Moschea e Minareto insistono su un terreno di 658 mq, in località Lavanderie di Segrate, al confine di Milano. La costruzione occupa una superficie coperta di 128 mq ed e’ composta da un vestibolo, una sala di preghiera, un ambiente per i servizi ed il minareto. Le coperture sono a cupola, rivestite in lastre di rame.