Ti ricordi quando… è un tuffo in un passato non così tanto lontano da apparire incomprensibile, tuttavia sorprendente, dove si attendevano telefonate introdotte da una signorina che chiedeva: -Accetta la chiamata? Riattacchi, verrà chiamato.- I supermercati non c’erano perché le commesse dovevano essere ancora inventate, così come i computer perché il termine informatica non compariva nemmeno sui vocabolari e se dovevi scrivere una lettera prendevi carta e penna, spesso con pennino e inchiostro, oppure ti affidavi a una modernissima penna biro o a una macchina da scrivere Olivetti per battere su nastri di stoffa inchiostrati.
Il progresso bussava sempre più forte ma la porta era appena socchiusa. E sui tram c’era anche il controllore seduto su un seggiolino, che ti bucava il biglietto con un aggeggio. Non c’erano i doppi vetri, e con la plastica si facevano solo le astine colorate delle penne, e non le confezioni monouso dei tramezzini, perché di nylon, plastiche non c’era nemmeno l’ombra. Gli orologi al quarzo dovevano essere ancora progettati, così come una infinita serie di oggetti strumenti portanti la firma del loro creatore. Col termine “tastiera” non si indicava quella del computer ma del pianoforte.
TI RICORDI QUANDO porterà alla luce temi, ricordi, sensazioni di intere generazioni, un “universo” in cui molti si riconosceranno e proveranno a riandare ai tempi in cui il tappo del latte era di sottile alluminio rosso o argento e le bottiglie esclusivamente di vetro. E i tappi servivano alla raccolta punti per avere sconti.