Mi stavo per spaventare, si vede che col primo freddo cercavano riparo. Ma tante erano. Sono entrate dalla finestra aperta della camera da letto, si sono posate sul soffitto, poi come sono entrate se ne sono uscite. Faceva quasi caldo l’altro giorno. Portano bene le api. Significano abbondanza, sono un simbolo positivo. Vuoi vedere che stavolta rimango incinta? Quello che vogliamo, io e Aldo, ci manca solo quello. Poi abbiamo tutto, anche se il suo lavoro scricchiola. L’altra volta non mi è andata bene, ho abortito. Il medico ha scosso la testa, non era convinto. Di cosa convinto, poi? Aldo c’è rimasto male, io pure, beh dico, ritentiamo, no? Dov’è il problema? Se viene il pupo lo metto in una gran cesta e me lo porto in studio, lo cullo un po’, gli do’ da mangiare, mica smetto di dipingere se strilla! Ah no. Neanche a pensarci. Non scherziamo. Una volta scodellato il pupo mi organizzo, non voglio sacrificare la pittura. La pittura è la mia vita, anche il pupo è importante, d’accordo, ma se non viene mica posso dannarmi l’anima, come fa Aldo. A chi lasciamo la casa, i libri, le mie tele? Non voglio pensarci. Speriamo in bene. Tante cose si aggiustano, altre per niente. Bon, al bando la tristezza, servisse a qualcosa! La nostra casa sul bricco. Quante storia racchiude, sembra la casina incantata….magari lo fosse. Finito di ritoccare il quadro vado a preparare la cotoletta ad Aldo. Ieri non ha digerito.