-Oh! Sì! Proprio! Ce la fai? Non è che ti stanca?! Così sei perfetta!! Va bene.-
-Così?-
-Sì, così, alza solo un po’ più il braccio. Come se ti abbracciassi. Ecco, perfetto…come se ti tenessi l’altro braccio. Non preoccuparti per il gatto. Lo mettiamo dopo, basta un attimo, faccio solo lo schizzo adesso del gatto, la sagoma, poi te lo metto sulle gambe… E a casa come va?-
-Non ha voglia di studiare Luigi. Va in giro, le busca anche da suo padre, io non so cosa fare. E la maestra ha detto …-
-Ecco, tienilo così il braccio, scusa, cosa ha detto la maestra? Scusa, eh. Dimmi bene…-
-Che è distratto, tira giù dal banco i compagni, fa i dispetti. E se lo interroga guarda il soffitto.-
-Il Luigino?! Tuo figlio guarda il soffitto? E perché? –
-Lo sai te!, e si mette a fischiare, anche, mi fa disperare.-
-A fischiare? Adesso poi gli parlo io al Luigino, ma guarda che sagoma, …ecco, ancora un po’ di pazienza. Mica ti pesa stare in posa con le braccia, no? …Così perfetto. Come se avessi male alla spalla. Brava, facciamo un bello schizzo. Poi vado a prendere la gatta. Ho chiuso Gin Gin nello studio di Aldo se no, sai che baruffa con la gatta che fanno. Ma lei è brava, vero che sei brava, micia? Ma si vede che sente l’odore del Gin Gin. Mamma mia come pesa. –
-Avrà mangiato sassi. Ma di chi è?-
-La gatta? è del Gino, gli ho detto che le volevo fare il ritratto.-
-Non l’ho mai vista in giro. Il ritratto alla gatta?-
-Sì. Eh! Sta sempre in casa, non esce mai la pigrona. Ehhh! adesso cosa miagoli?-
-Mamma mia se pesa!-
-Tienile un po’ più vicine le ginocchia, ecco, così, non tanto, però. Va bene. Ferma micia che se no mi caschi per terra!-
-Ohi ohi, che tira fuori le unghie, mica graffia eh?-
-Ma no, è contenta, adesso senti che fa le fusa. Eh micia! Manco so come si chiama…Glielo dico io al Luigi, provo a parlargli a sentire perché fa così, e sì che gli piaceva andare a scuola.-