Un punto giallo e marrone in mezzo alla campagna. La nostra casa, il Romito, come si vede per uno che viene da Moleto. Sembra la dimora delle fate.
Ormai fa parte del paesaggio, è inclusa nella memoria geografica e storica del luogo e anche in quella di molta gente. Mi piace pensare che sarà sempre così. Anche quando non ci saremo più. Un riferimento per tutti coloro che ci passano davanti e che la vedono apparire e poi sparire dietro un dosso per poi riapparire ancora, come fosse una barca sull’onda. Lì c’è la casa di Matilde Izzia e di suo marito. La grande pittrice e il famoso storico. Dirà qualcuno un giorno. Oh! Ma quand’è che finisco di sognare? Le cave di tufo che si mangiano la collina sono alle spalle di chi guarda, come le caverne dei Saraceni, nella valle del Guaraldi, con quella vicenda che alimenta la leggenda non finendo di attirare curiosi e appassionati di storia e sulla quale tanto ha ricercato e scritto Aldo.