Santa Croce di Bosco Marengo. Devo ricordarmelo, non farò alcuna fatica. Sono trascorsi due anni e dieci giorni da quel pomeriggio. Era il 13 aprile 2014. Nel complesso monumentale di Santa Croce di Bosco Marengo hanno esposto un bel po’ di miei lavori. Come avrei dovuto sentirmi se fossi stata presente? Felice, indubbiamente. Il Monferrato è casa mia. Ogni filo d’erba, ogni zolla, ogni tetto e chiesa mi appartengono. E se essi mi riconoscono vorrà dire qualcosa, no? Sono una pittrice che fa tesoro di ogni particolare e Santa Croce non è un particolare, è un mito. Doveva essere una mostra
permanente, invece è durata un anno. Le solite cose all’italiana, il nuovo sindaco ha dato il benservito alle mie opere. Poco cambia. Mi spiace solo per Gianfranco Cuttica di Revigliasco, per suo figlio Cesare, la sua equipe di lavoro e per tutta l’attività che sta dietro a una mostra di queste dimensioni! Tutto sprecato? Non direi, come vedremo poi. Come ospiti regolari al Romito c’erano i genitori di Gianfranco, che già da giovanissimo si appassionava alle vicende della storia.
Ricordo anche che Aldo si accalorava col papà di Gianfranco perché voleva che approfondisse gli studi di araldica sull’origine della sua famiglia, che è nobile. In ogni caso l’onore di esporre le mie tele e la Venere del Monferrato, come la chiamava Guido Capra, il mio maestro, allievo prediletto di Leonardo Bistolfi, vicino a opere del Vasari e della sua scuola non è da dimenticare. Ho esposto a Santa Croce. Bon. Basta! Va bene così. Devo
ritenermi più che soddisfatta. E alla presentazione la gente stava in piedi da tanta che ce n’era! Vedremo cosa riusciranno a fare i miei amici Lorenzo e Gianfranco in seguito. Grandi cose immagino. Ma non precorriamo i tempi!
Al complesso monumentale di Santa Croce quel giorno di due anni fa.