Mi sveglio di soprassalto, ci metto un po’ a capire dove sono.
In quale porzione di spazio e di tempo mi trovi. Son seduta a letto, a Casale, nella casa dei miei genitori. Non sono rari questi incubi. Ne ho fatti altri, mi lasciano un senso di angoscia incredibile, non tutti, ma questo sì. Che poi non sono incubi ma premonizioni! Son tutta sudata. Ho il cuore che mi batte nelle tempie e nello stomaco. Atroce! Sono ancora sconvolta! Questo è successo nell’incubo: Sono in una piazza di Casale Monferrato, in centro, vedo una sagoma, scompare, mi pare di averla riconosciuta, ma non sono sicura. Vedo che la gente mi guarda, ma che vuole? Si voltano mentre cammino! Strano! Cos’ho addosso? La peste?! Sono a disagio, mi metto a camminare veloce, poi corro, mi sento inseguita! ho idea che quella sagoma stia cercando me, è un uomo, il mio maestro di scultura a cui ho voluto bene e con cui discorrevamo come matti, ma da tempo che non vedo. Non c’è nessuno dietro di me. Poi me lo trovo davanti ad un crocicchio. All’improvviso. -Mi hai quasi spaventato.- Dico.
-Son venuto a salutarti.- Dice.
-Perché, dove vai? Parti?-
-Non ho più niente da fare qui. Ho finito, non c’è più niente che mi trattiene. Volevo solo salutarti!- E dicendo così alza un braccio come a proteggersi dalla luce; in quell’istante lo vedo, e mi sento mancare, la faccia scarna, pallida, sofferente. Ma la cosa che più mi colpisce è che sollevando il soprabito scostato io vedo attraverso il suo corpo! Non c’è nulla! Nulla! Il mio maestro di scultura, Guido Capra, allievo prediletto del maestro Leonardo Bistolfi non ha più un corpo, ha cominciato a dissolversi!
Dopo una settimana apprendo della sua scomparsa. Era venuto a salutarmi, così aveva detto. Nel suo studio, sotto il suo insegnamento, ho realizzato una scultura, un busto di donna, La Venere del Monferrato, come l’aveva definita lui.