Inutile cercare il suo nome, non lo trovi. Nel dizionario di filosofia della Rizzoli del 1976 non compare. Può essermi sfuggito, e in questo caso chiedo scusa. Ci sono tutti gli altri, bada bene, da Sartre a Marx, da Nietzsche a Lenin, tutti i “grandi” con le loro tesi sulla esistenza e i fenomeni, ma non lui, c’è anche, pensa un po’ come va la storia, il criminale impunito e osannato in Europa fino a poco tempo fa, ovvero Mao Tse Tung; al proposito leggi LA STORIA SCONOSCIUTA di Jung Chang e Jon Holliday, davvero istruttiva sulle sue malefatte. Tu puoi ignorare una persona, in questo caso Evola, filosofo di risonanza europea, per due motivi, o perché lo reputi di infimo interesse o perché lo temi. Penso che il secondo motivo faccia al caso nostro. Mettere all’indice uno come lui, spazzandolo sotto il tappeto come la polvere è la cosa migliore da farsi, cioè lo ignori, così ha fatto Rizzoli nel suo dizionario. Così han fatto in molti dopo di lui, ma con lui occorrerà fare i conti, o prima o poi. Interprete e sostenitore della Tradizione, Evola rimane, ma non per i brandelli della cultura italica odierna, un fantasma, gigante sconosciuto, il quale rimproverava a Mussolini diverse cose di non poco conto e rimbrottava le SS di Hitler. Su di lui oggi si scrivono saggi, si stendono tesi di laurea, si ripubblicano i suoi “scottanti” lavori in diverse lingue. Nei prossimi giorni una “manciata di post che lo riguardano da vicino.