Ah! Che ne so? Aldo non sa spiegarmelo. Ho letto libri, articoli, io stessa sono la protagonista di fatti inspiegabili a cui ormai ho fatto l’abitudine. Fatti insoliti, straordinari, episodi paranormali che ho raccolto in un libro. Ma le risposte che voglio sono altre. Quando crepi, dopo morta succede ancora qualcosa o te ne vai nel gran buco nero o vieni parcheggiata momentaneamente in un gran parco spiriti come dice Mario. Per ritornare a nuova vita in seguito. Boh! L’idea del dopo vita mi ha sempre affascinato e tormentato, ho conosciuto anche una persona che ne sapeva parecchio sull’argomento, il giornalista e scrittore Renzo Allegri che ho ricevuto al Romito e sono andata anche a trovare. L’unico che non mi ha delusa, l’unico che mi ha dato alcune risposte ma non ha chiarito tutte le mie incertezze. Gli ho voluto fare un regalo. Insieme alla tela gli ho portato i disegni preparatori. Il soggetto è Padre Pio da Pietrelcina. So che il dipinto gli è piaciuto molto e ha anche scritto qualcosa sull’argomento.
Renzo Allegri racconta come incontrò Matilde Izzia e cosa avvenne in seguito: –Al primo “contatto fisico” con le sue opera ebbi l’impressione di trovarmi di fronte a una vera, straordinaria artista. In seguito, conoscendola meglio, capii che le mie intuizioni erano ben fondate. Matilde Izzia, come pittrice, ebbe una formazione rigorosa e ad alto livello. Nel mio studio tengo un quadro che raffigura San Pio da Pietrelcina. È appeso al centro di una vasta libreria, sulla parete di fronte al mio tavolo da lavoro. È un olio di un metro per ottanta centimetri, dipinto appositamente per me, nel 1994, da Matilde Izzia di Ricaldone. Ogni volta che stacco il mio sguardo dalla tastiera del computer o dalle pagine di un libro, alzando la testa, inevitabilmente poso lo sguardo su quel quadro, e provo una strana sensazione, che non saprei come definire, ma che è simile a una “sensazione di amicizia”. Ritengo sia dovuta al fatto che vedo il volto di una persona, Padre Pio, alla quale, nel corso della mia lunga carriera di giornalista, e per ragioni misteriose e curiose, insieme, ho dedicato centinaia di articoli e anche una decina di libri che sono stati tradotti in giro per il mondo. Quindi, ho avuto, con questa persona, e, dopo la sua morte, con la sua memoria, una lunga consuetudine che ha fatto nascere spontaneamente il legame di una vera e profonda amicizia. In questa sensazione è, però, coinvolta anche l’autrice del quadro, Matilde Izzia, una pittrice piemontese, che avevo conosciuto per altre ragioni.- Brano tratto da: I TESORI DELLA VALLE DI TUFO