Dovrei abituarmi al modo di fare di Faika, la mia vicina musulmana che abita nella casa d’angolo. imprevedibile, onesta, sincera e generosa. Faika ci ha adottato, musulmana londinese di famiglia indo packistana proveniente dal Kenia, ci ha preso a ben volere, e ogni volta che puo’ ci rifila pane e budini e altro cibo; le mando messaggi del tipo: Faika you are the BEST, you are the number one! God bless you (any God!). E poi le invio una sfilza di faccine sorridenti.
“Are you ok?” mi chiede alle dieci e mezzo in una gelida nottata di febbraio. Cos’è che vuole la buon’anima di Faika a quest’ora? “Sorry” dice “but can you help me?!” Bloccata per strada perche’ la ruota del suo trolley è uscita dalla sua sede. Sta trasportando dallo store Iceland nove confezioni da un litro e mezzo di latte e cosi è bloccata. Si capisce: troppo peso. Vuoi non aiutarla? “I come” le dico e dopo un po’ la vedo per strada che sta attaccata al cellulare e mi fa cenno di raggiungerla per aggiustare la ruota. Un colpo ben assestato e va a posto, non è stato difficile. Faika è iscritta ai Socialist workers, mi invita a tutte le manifestazioni che sciamano per Londra a favore dello stop bombing su Gaza. Ma tanto Bibi mica ti ascolta, anzi gongola perché il nuovo inquilino della Casa Bianca vuole fare di Gaza una riviera e non sa dove sbattere i Palestinesi, cosi chiede in giro a tutti se ne vogliono un po’. Il mondo va così, di traverso. Bibi non demorde, e continua la sua pulizia etnica nonostante il mondo gli dica di smetterla. E Faika continua a essere la generosa vicina di casa e a fare il suo lavoro di socialist worker. Ma non possiamo vederci per fare due chiacchiere? le chiedo. “Too busy!” risponde. Questa sera ci sono formaggio e squisiti budini con la frutta. Basta andare a casa sua a prendere il sacchetto col cibo, davanti alla porta.
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