La mia vita è cominciata con un blog

"Il viaggiatore vede quello che vede, il turista vede quello che vuole vedere" Gilbert K. Chesterton

Ho esagerato!? Certamente. Ma soprattutto incongruo, se considerate che il fatto risale a decine di anni fa e internet non era nemmeno nel limbo delle grandi rivoluzioni

– Vai a vedere questo tizio cosa vuole; è giù nell’atrio. Dice di essere un vero malese. Non come lo sceneggiato della televisione.- Sibila il capoufficio del marketing. – Se non è matto portalo in redazione. Magari ci scappa un articolo. –

Matto non era Jimmi Naidu; un tigrotto della Malesia in carne ed ossa che mi si para davanti con un sorriso obliquo, protestando la sua origine e dicendo:- Kabir Bedi è indiano, non può fare Sandokan alla tv. Sai? Io sì, io della Malesia, tu sai?- e un breve fischio aspirato concluderà quella e molte altre frasi successive.

Il blog di Mario Paluan, così mi chiamo, inizia idealmente dall’incontro con Jimmy, nell’atrio del quotidiano LA STAMPA, una mattina di aprile del 1976. 37 anni fa vi avrei messo così al corrente degli sviluppi, peccato che mail e blog dovevano essere ancora inventati. Da lì comunque inizia una delle mie numerose vite. Il blog c’è adesso e parte proprio da quella vicenda.

Non c’erano dubbi sulle origini di Jimmy; il suo sguardo penetrante ti scrutava e non riuscivi a indovinare quello che avrebbe detto o fatto un minuto dopo. Ci frequentammo il tempo sufficiente per progettare il viaggio dei viaggi, sorta di sogno occhi aperti on the road per gli irrequieti giovani di allora.

La misteriosa Kabul divenne la meta designata, col nome annidato su una  vecchia carta geografica.

Ma non so nemmeno io perché proprio Kabul. –Mi piacerebbe davvero andarci- dissi, dopo una piccantissima cena malese a casa sua. –Tu vuoi andare là, vuoi?  Tu, eh? Andiamo!- Disse col suo fischio aspirato. E partimmo dalla sua casa di corso Belgio a Torino, con scatole di pomodori e spaghetti e la voglia di avventura che andava a mille, a bordo della sua Citroën con famiglia al seguito.

A proposito, se non avete necessità inderogabili, sempreché gli Iraniani vi facciano varcare la frontiera verso l’Afghanistan, pensateci bene prima di tentare il viaggio. È facile immaginare il genere di ostacoli che incontrereste oggi. Gli anni ’70 sono finiti da un pezzo e poi di tigrotti della Malesia come Jimmy, che oggi gestisce un raffinato ristorante a Torino, si è perso lo stampo. Qualcuno di voi è per caso andato da quelle parti?

Da quel viaggio, diciamo così, alquanto accidentato, è stato tratto un ebook; Verso Kabul edito da Premedia, 37 anni dopo.

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