Labour in crisi ?

Fra gli interessi di Lorenzo Ferrara anche la politica, considerata in modo irriverente e ironico. Nel prossimo volume su Albione la Perfida ecco un articolo sull’attuale crisi Labour.

Londra – La diamo per certa: niente più stampelle e carrozzine per gli invalidi inglesi e da oggi se inneggi alla Palestina, se indossi una t shirt pro Pal o se sventoli la loro bandiera ti becchi 5.000 sterline di ammenda o finisci in galera. Insomma il popolo bannato dalla storia non è quello palestinese ma quello di Israele. Così vanno le cose. C’è qualche ex del partito Labour, che se la ride sotto i baffi, pur sapendo che non gli gioverà la paventata debacle dei rosa rossi inglesi? Si, il pro palestinese Jeremy Corbyn, che venne cacciato proprio perché pro Pal e che oggi chiede una inchiesta sul coinvolgimento politico militare degli UK a Gaza.
Maliziosi come le suocere, azzardiamo: se Starmer avesse sposato una, diciamo a caso, una palestinese, e non una donna di un’altra religione, saremmo a questo punto? Quale punto?  Che il governo britannico è allineato al 100 % con la cooperativa di asfaltatori, muratori, idraulici angloamericani che devono costruire la riviera del nuovo Tigullio a Gaza per il sollazzo dei paperoni americani stanchi di Miami. Cosa peraltro già vaticinata da Jared Kushner, marito della figlia di Trump, fervente neo ebrea. Abbandoniamo la fanta storia venendo al sodo.

Laburisti alle pezze

I Labour sono in crisi? Lasciamolo dire a chi di politica se ne intende, tastando il polso della situazione attraverso i commenti dei media britannici: The Guardian, editoriale del 4 luglio 2025: “La crisi rivela il costo della cautela. Sir Keir Starmer ha promesso competenza. Ma una settimana brutale ha rivelato che non ce l’ha fatta, e la sua incapacità di guidare con una “visione” potrebbe essere la sua rovina.

Sir Keir Starmer sembra aver paura di avere una visione politica. Dopo un anno al potere, il primo ministro non si comporta come un uomo scelto dalla storia. Eppure Sir Keir tratta il pragmatismo come un principio e si circonda di consiglieri che riciclano le abitudini dell’era del New Labour: tecnocrazia, deferenza del mercato e disciplina fiscale.

Successi internazionali, caos interno

Il cambiamento avviene comunque; l’unica scelta è come affrontarlo. Ritirarsi nella relativa sicurezza della scena globale non può sostituire la leadership. Sir Keir fa bella figura all’estero. A casa inciampa. Quando una ribellione ha sventrato i tagli alle indennità di invalidità del suo stesso governo, ha attribuito la sua incapacità di affrontare la questione al fatto di essere “fortemente concentrato” sugli affari esteri. Cercando prestigio all’estero, trova l’ammutinamento in patria. Il primo ministro sembra un politico adatto a gestire il declino, piuttosto che a superarlo. In una nazione lacerata dalla rabbia, dalla disuguaglianza e dal torpore economico, il primo ministro offre normalità e pazienza. Ma una Gran Bretagna strutturalmente ed emotivamente distrutta richiede un gradualismo più che moderato. Sir Keir non è l’uomo che molti immaginavano quando si candidò alla carica di leader laburista”.

Skynews, Beth Rigby, 4 luglio 2025: “Starmer ha vinto il potere con la più ampia maggioranza, ma celebra il suo primo anniversario con l’umiliazione di dover abbandonare le sue riforme di punta del welfare, chiaro colpo alla sua autorità”.

The Economist, 3 luglio 2025: “La tragedia dei Labour. Sir Keir Starmer sta rapidamente perdendo la sua autorità” recita il titolo. “Il primo compleanno del governo laburista, il 4 luglio, sarà un evento miserabile e senza torte. Le promesse di ridurre le liste d’attesa negli ospedali, costruire più case e fermare le barche dei migranti sono fallite”.
Sky news, 11 luglio 2025. Ultime notizie politiche: “il sindacato Unite Union vota per sospendere Angela Rayner e potrebbe rescindere i legami con i laburisti. Il vice primo ministro è stato condannato da Unite per una risposta “vergognosa” allo sciopero dei netturbini di Birmingham”.
infos.it , 30 giugno: “A Birmingham, i lavoratori dei cassonetti sono in sciopero, lasciando cumuli di spazzatura per le strade. I lavoratori, rappresentati dal sindacato Unite, stanno protestando contro cambiamenti nei loro contratti e nelle condizioni di lavoro. Lo sciopero, iniziato l’11 marzo, ha portato ad un accumulo significativo di rifiuti, con conseguenti disagi per i residenti e preoccupazioni per la salute pubblica”.
The New Statement, Steve Richards, 10 luglio 2025 titola: “Keir Starmer non imparerà da questa crisi. Questa amministrazione è caduta nello stesso ciclo di fallimenti che affligge tanti governi laburisti”. Nel testo:
“Starmer e Rachel Reeves potrebbero non avere altra scelta se non quella di imparare le lezioni del recente passato, anche se coloro che si occupano di loro restano convinti che il problema siano i parlamentari laburisti. Dovranno aumentare le tasse quest’autunno e presentare le ragioni per farlo. Rischiano di incorrere in ulteriori guai se cercassero tasse nascoste che scatenerebbero proteste isteriche”.

Le opposizioni

Abbiamo provato a bussare in casa Tories, “Sono in vacanza”, ha detto Boris Johnson in veste di usciere, scocciato per il disturbo. Mentre la leader Tory in una vignetta su The Spectator, appare in difficolta’ su una zattera nel mare tempestoso. E Farage? Pesca il salmone in Scozia e fa lunghe passeggiate. Sta riflettendo prima dell’arrembaggio.

L’articolo e’ gia apparso su Barbadillo.

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raccolte in un volume: