Monferrato nucleare

Priorità, amenità e monferrinità “raggiante” di Claudio Martinotti Doria

Tra Trino, Saluggia e Bosco Marengo (tutti territori appartenenti al Monferrato Storico) abbiamo in deposito il 96 per cento di tutte le scorie nucleari italiane. Evito volutamente di essere tecnico, per maggiori dettagli potete fare una ricerca in internet o leggere l’ultimo numero della rivista ufficiale (Bollettino) della Regione Piemonte.

Avete mai sentito un politico locale preoccuparsi di questi argomenti? O anche solo parlarne per informare la popolazione. E pare si stiano bevendo il cazzeggio del governo sull’argomento e vogliano farci credere che i nuovi depositi per custodirli in maggiore sicurezza che stanno costruendo negli stessi siti (in particolare a Saluggia, che è anche la località più vulnerabile e pericolosa) siano provvisori, nell’attesa che entro il 2024 sia pronto il Deposito Nazionale di stoccaggio dove traferirli e depositarli per sempre.

Nel 2024 temo non avranno neppure trovato la località, quantomeno non l’avranno convinta,  a meno di dichiarare la legge marziale e militarizzarla. Poi dovete mettere in conto che in Italia i tempi ed i costi di ogni opera pubblica (figuriamoci questa) sono il triplo di qualsiasi paese civile ed evoluto, sapete com’è, forse è una questione di clima, o antropologica, o genetico culturale, ecc., ma occorre considerare le mazzette, malcostume, infiltrazioni mafiose, corruzione, concussione, spartizioni partitocratiche, burocrazia patologica, clientelismo, nepotismo, familismo, ecc., tutte istanze sacrosante che da noi non possono essere eluse. Per cui le scorie rimarranno in Monferrato ancora per svariati decenni …

Credete che la popolazione sappia queste cose? Che le reti Merdaset tramite la Maria De Filippi o la Barbara D’Urso ne abbiano parlato nelle loro trasmissioni per cerebrolesi e/o lobotomizzati? E Bruno Vespa in Porta a Porta avrà già predisposto il modellino delle centrali, impianti e depositi di stoccaggio? Ed i giornali locali tra una sagra dell’agnolotto ed una consulta o tavolo tecnico per il turismo e l’altro ne avranno accennato seriamente? Soprattutto sui rischi e le ripercussioni? Lo sanno a quale distanza in linea d’aria siamo da questi siti?Schermata 2013-12-11 a 17.46.21

Forse andrebbero riviste le priorità degli interventi … e soprattutto occorre rendersi conto che spesso sono molto più informati i turisti (perché si documentano) rispetto agli stessi abitanti, e quindi non bastano gli slogan e le formulette di rito per attrarli

di Claudio Martinotti Doria. Articolo apparso su:

Cavalieredimonferrato