c’erano i ricordi?

Nemmeno tanto originale il gioco di parole, però voglio proprio chiederti se te li ricordi i tuoi ricordi. Lascia stare il gioco facile di parole. I tuoi o quelli degli altri, ricordi come questi ad esempio: La giovinezza coi suoi impeti ardenti, l’istintiva e confusa intuizione della vita e del cuore umano. I palpiti d’amore, le lacrime, i gridi! Amori d’adolescente, di cui si ride nell’eta matura, voi ritornate spesso coi vostri colori oscuri e sbiaditi, e poi fuggite perche altri ricordi vi scacciano, come ombre che passano correndo, nelle notti invernali…Mica male, devo dire e tu che ne dici? O anche: Quanti giorni, quanti anni, li ho trascorsi seduto a non pensare a nulla (o a tutto?), perso in quell’infinito che volevo afferrare, e che invece mi inghiottivaaltri ricordi oscuri e freddi come giornate di pioggia, memorie amaramente crudeli che pur ritornano; ore di calvario, gonfie di pianto senza speranza…beh chi scriveva a questo modo non è proprio l’ultimo arrivato, ha nome e cognome, si chiama

Gustave Flaubert e ha circa diciassette anni, quando scrive dei suoi ricordi e di altro. Mica male, per un ragazzo che diventerà un grande scrittore, per il momento nel suo MEMORIE DI UN PAZZO mette a nudo la sua anima ribelle e scontrosa, chiamando a testimone anche i suoi ricordi. Te pensi che ci sia qualcosa che sia più importante dei ricordi? Io non credo. Sono quello che eri, sono quello che sei stato quando hai gioito e sofferto, amato e detestato, imprecato e sognato, cioè sono quasi tutto te stesso, parte essenziale di te stesso, non qualcosa che riguarda SOLO la tua giovinezza, o la tua maturità . …i vecchi vivono solo dei ricordi, perché , secondo te cosa dovrebbero fare? Vivono la parte più importante della loro vita, niente li illude che il futuro rimanente possa essere migliore, e han ragione, uno poi può mettersi sul divano a far più niente e ricordare anche se ha solo quarant’anni allora sei ammalato o filosofo o scrittore, vedi te. C’e qualcosa che è più importante delle memorie? Può darsi, ma non ne sono certo. Magari me lo dici tu. Qualcosa che ti intrattiene, che ti fa sognare e che ti turba ancora. Tutto è ricordo, se ci pensi bene, e passato se vuoi tentare di avere un futuro, il presente, come sai è inevitabile, ma il futuro no, il futuro aspetta che tu chiami a testimoniare il primo bacio, la prima corsa in moto, il primo lui o lei, la prima vacanza, il primo progetto di vita, di viaggio, i primi…, beh, se continuo su questa strada facciamo notte. Del tuo esserti destato alla vita, per dirla poeticamente, ma insomma, non farmi esagerare, che di questo passo scrivo un libro sui ricordi, invece sei tu che devi dirmi cosa ne pensi, mi interessa, son curioso. Non so se da qualche parte nel mondo si festeggia la giornata del ricordo, ma temo che per la maggioranza sarebbe triste, o, se non altro, malinconica. Perché al ricordo si associano sempre mestizia, lutto, rimembranza: errori da evitare. Definizione del ricordo e via, sono sicuro che verrebbero fuori cose sorprendenti. Basta non chiamarli in questo modo, ma pezzi di vita, memorie che ritornano in continuazione e con fatti che potrebbero ripetersi, differenti tuttavia, perché il tempo non perdona mai. Ma se togli i ricordi alla tua vita cosa ti rimane? Pensaci un po’ su Giovanna, Carmelo, Lino, Francesca, Carlo, che tu lo voglia o meno, che tu li ami o meno o ne rimpianga l’emozione che ancora ti suscitano, senza ricordi staresti davanti a uno specchio a chiederti ma io chi sono? Io mi sento definito dai ricordi, che se ci pensi bene fotografano te stesso in via esclusiva ed inequivocabile. Ecco chi sei, sono proprio i ricordi a spiegartelo. Cibo per il domani. Dicesi ricordo, l’onnipresente internet te lo spiega secondo questa definizione: Impronta di una singola vicenda o esperienza o di un complesso di vicende ed esperienze del passato, conservata nella coscienza e rievocata alla mente dalla memoria, con più o meno intensa partecipazione affettiva: il r. dei cari estinti, del fratello lontano; mi è rimasto un pessimo r. di quella serata; i vecchi vivono di ricordi. C’è quasi tutto: coscieza, rievocazione, mente, memoria, esperienze del passato, tranne una cosa. I ricordi sono fondamentali perché ti riconducono alle esperienze prime, poi viene tutto il resto. Per questo sono eccezionalmente importanti, ma via, non esageriamo. Puoi vivere di solo futuro o, se non ti è troppo pesante, di solo presente? Non credo. Non occorre fare troppa filosofia. Senza di loro non potresti vivere, senza ricordi saresti monco, certo rammenti la scena di Blade Runner di Ridley Scott in cui la fascinosa replicante Rachael della quale

si innamora Harrison Ford, ricorda la sua infanzia, senza sapere che i suoi ricordi sono memorie indotte dai suoi padri che sono costruttori di replicanti. Per credersi o aspirare ad essere “umana” la fascinosa replicante Rachael ha bisogno di ricordi. Se lo dice la fantascienza lo diciamo anche noi. I ricordi che vanno dal primo gelato, alla casa di campagna dove giocavi col tuo cagnolino, al primo bacio, alla mamma che ti faceva i maglioni, alla prima bicicletta. Dei tuoi te ne rammenti? Penso che insieme potremmo scrivere un libro senza fine se ci fosse qualcuno che si prestasse a raccogliere i ricordi degli uomini, per le memorie del mondo ci sono già storici e per il futuro fisici e matematici con la loro invasiva Intelligenza artificiale. Quella non so se abbia bisogno di ricordi.