Di tutto quanto il mondo, che è sotto la volta del cielo, la parte più bella è l’Italia, e giustamente le si riconosce il primato della terra. Essa è la regina e la seconda madre del mondo, per virtù dei suoi uomini e delle sue donne, per i suoi duci e i suoi soldati, per gli schiavi, per l’eccellenza nelle arti, per la nobiltà degli ingegni; e anche per la situazione, per il clima salubre e temperato, e per essere il luogo di facile accesso a tutti i popoli a causa delle sue spiagge portuose e dei venti che vi spirano benigni; essa infatti è in tale posizione che avanza verso una parte utilissima in mezzo tra l’Oriente e l’Occidente. L’acqua vi è abbondante, i boschi salubri, i monti bene articolati, innocui gli animali selvatici, fertile il suolo, ubertosi i prati. In nessun luogo si trova così eccellente tutto cio che e necessario alla vita: biade, vino, olio, lana, lino, vesti, giovenchi.
traduzione di U.E.Paolo da Plinio il Vecchio, Storia naturale, XXXVII.
Simone Cosimi il 14 novembre 2019 scrive: Undicesimi al mondo per decessi precoci dovuti al Pm2.5, 46500 casi nel 2016. La questione ambientale, tra inquinamento e all’erta maltempo ci uccide. Sempre sull’onda del riscaldamento globale e del cambiamento climatico di cui l’emergenza a Venezia ci sta fornendo una drammatica dimostrazione, arriva ora uno studio continuativo pubblicato su The Lancet secondo il quale l’Italia fa registrare un altro record negativo europeo, sulla scia di alcuni allarmanti rapporti usciti già negli scorsi anni: siamo il primo paese in Europa, e undicesimo nel mondo, per morti premature da esposizione alle polveri sottili Pm2.5. Lo scorso marzo l’Organizzazione mondiale per la sanità aveva spiegato che l’aria inquinata uccide ogni anno 80mila persone solo in Italia, collocandoci addirittura un po’ più in alto nella triste classifica, intorno al nono posto, forse perché teneva in considerazione anche altri tipi di gas nocivi come Pm10, biossido di azoto e ozono.

18 maggio 2017
In arrivo una nuova tegola per l’Italia sul tema della gestione dei rifiuti. La Commissione europea ha deciso ieri di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea per la mancata bonifica o chiusura di 44 discariche che costituiscono un grave rischio per la salute umana e l’ambiente.

Malgrado i precedenti ammonimenti della Commissione, l’Italia ha omesso di adottare misure per bonificare o chiudere 44 discariche non conformi (23 in Basilicata, 11 in Abruzzo, 2 in Campania, 3 in Friuli Venezia Giulia, 5 in Puglia), come prescritto dall’articolo 14 della direttiva relativa alle discariche di rifiuti (direttiva 1999/31/CE del Consiglio). Come altri Stati membri, l’Italia era tenuta a bonificare entro il 16 luglio 2009 le discariche che avevano ottenuto un’autorizzazione o che erano già in funzione prima del 16 luglio 2001 (“discariche esistenti”), adeguandole alle norme di sicurezza stabilite in tale direttiva oppure a chiuderle.






7 marzo 2019
La Commissione europea ha deciso oggi di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE in due cause distinte riguardanti la legislazione ambientale.
La prima causa riguarda l’inquinamento atmosferico e la mancata protezione dei cittadini dagli effetti del biossido di azoto (NO2). La Commissione invita l’Italia a rispettare i valori limite convenuti sulla qualità dell’aria e ad adottare misure adeguate per ridurre i livelli di inquinamento in dieci agglomerati in cui risiedono circa 7 milioni di persone. I valori limite di NO2 stabiliti dalla legislazione dell’UE in materia di qualità dell’aria ambiente (direttiva 2008/50/CE) avrebbero dovuto essere rispettati già nel 2010.

Sai che non mi viene voglia di aggiungere una parola allo scempio. Penso che le immagini bastino e le sanzioni che fioccano sul capo dell’Italia per non aver rispettato le direttive CEE parlino da sole. Plinio? E che si ricorda di lui? Facile che abbia preso un granchio. Comunque piazza San Marco, la Mole Antonelliana e il Colosseo ci sono ancora…per ora. Il Corronavirus impazza e relega tutto: spazzatura, giardini e bellezze al fondo della scala degli interessi.