non c’erano banane blu nelle piazze?

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La banana blu gigante di Giuseppe Veneziano invade una delle piazze più belle della Toscana

Non voglio fare polemica per l’amore della polemica, però …Eccoti un altro articolo di FINESTRE SULL’ARTE che mi manda in depressione.

 Redazione , scritto il 10/05/2021, 00:33:37
Categorie: Mostre

 Si intitola The Blue Banana il nuovo progetto di Giuseppe Veneziano: una grande mostra con diverse opere monumentali, a Pietrasanta. A partire dalla banana blu gigante che invade piazza del Duomo.

Una banana blu gigante invade una delle piazze più belle della Toscana. È la grande scultura che Giuseppe Veneziano (Mazzarino, 1971), uno degli artisti neo-pop italiani più noti e apprezzati, porta in piazza del Duomo a Pietrasanta per la sua nuova mostra The Blue Banana. La mostra, promossa dal Comune di Pietrasanta e curata da Andrea B. Del Guercio, e allestita dal 20 giugno al 14 settembre 2021, è stata appositamente concepita per gli spazi di Piazza Duomo e del Centro Storico e l’evento si articolerà seguendo un percorso che coinvolgerà il pubblico in un gioco di scoperte e rivelazioni tra quattordici opere monumentali, tutte nate e realizzate nei laboratori di marmo e nelle fonderie del bronzo di Pietrasanta.

Il titolo dell’intera esposizione si applica alle grandi dimensioni della scultura che Giuseppe Veneziano porta davanti al Duomo e allude alla dimensione economico-finanziaria dell’Europa occidentale, in cui si collegano le grandi Capitali politiche, da Londra a Francoforte, da Parigi a Bruxelles, da Basilea a Milano e Torino. Veneziano “disegna”, nella geografia del Vecchio Continente, una megalopoli, individuando quanto l’area produttiva abbia assunto la forma di una banana riconoscibile nel “blue” dell’Unione Europea. Nell’opera, il riferimento economico e politico si fonde con quello artistico contemporaneo, dove la banana rimanda a una delle icone della Pop Art di Andy Warhol, simbolo della celeberrima copertina dell’album dei Velvet Underground & NicoThe Blue Banana sintetizza così la ricerca artistica di Giuseppe Veneziano, attenta alla rappresentazione dei dilemmi che caratterizzano la società attuale in tutte le sue forme (politica, spettacolo, costume), ma anche memore delle evoluzioni e dei percorsi dell’arte nella storia. 

“La centralità spaziale del frutto dalle grandi dimensioni ed una intensa monocromia, soggetto iconico in grado di congiungere l’alimentazione infantile con la dimensione erotica degli adulti, svolge il ruolo monumentale ’antico’ intorno al quale ruota per disseminazione, l’articolato racconto condotto per ’ immagini’ a cui Veneziano ha messo mano. Lungo il tessuto connettivo dedicato alla grande tradizione dell’arte, irrompono allusioni a personalità della cronaca, personaggi storici, icone del cinema e del fumetto, attori della contemporaneità. È attraverso la tecnica del mash-up (la stessa usata da molti dee-jay contemporanei) che Veneziano collega elementi contrastanti, ottenendo immagini capaci di creare inedite e sorprendenti associazioni visive: Dante Alighieri (di cui quest’anno ricorre l’anniversario dei 700 anni dalla morte) intento a scrivere la sua Divina Commedia su un portatile Macbook, Dolce e Gabbana, sulla falsa riga dell’altra celebre coppia artistica italo-inglese Gilbert & George, Charlie Chaplin con Venere, Biancaneve Assassina, il David di Michelangelo, Spider Man con suo figlio ed infine sul sagrato del Sant’Agostino Papa Francesco in skateboard. Con gli strumenti iconografici che ha a disposizione, che eredita dalla memoria scolastica e che rielabora imponendosi sul patrimonio monumentale, nobile del passato, Veneziano conferma di appartenere ad una cultura espressiva finalmente indipendente; l’operazione espressiva ’travolge’ ogni diffuso timore indotto dal confronto globale, scavalca con libertà d’azione la ricerca di spazi circoscritti e protetti, ’archiviando’ ogni tentativo di condizionare in un’unica geografia culturale, libera dall’obbligo di ’localizzare’ la dimensione linguistica dell’arte”.

Il progetto The Blue Banana si completa presso FUTURA Art Gallery che esporrà le opere su tela di Giuseppe Veneziano, trasformando lo spazio espositivo in una quadreria contemporanea con i pezzi più iconici dell’artista. Uno fra tutti è Cripto valuta che funge da fil rouge tra la mostra in piazza e quella in galleria: il Ritratto d’uomo con medaglia di Sandro Botticelli, invece di impugnare l’effige di Cosimo il Vecchio tiene in mano un ideale Bitcoin, il valore che l’artista ha assegnato all’opera e che rimarrà tale per sempre.

Giuseppe Veneziano nasce a Mazzarino (Caltanissetta) il 22 febbraio del 1971. Si laurea in Architettura nel 1996 all’Università di Palermo. La prima volta che il lavoro pittorico di Giuseppe Veneziano viene notato in ambito nazionale risale al 2004 in occasione della mostra dal titolo In-Visi curata dallo scrittore Andrea G. Pinketts presso il locale “Le Trottoir” a Milano. Nel 2007 partecipa alla VI Biennale di San Pietroburgo; nel 2008 è tra i venti artisti invitati a rappresentare l’ltalia alla mostra Artâthlos in occasione dei XXIX Giochi Olimpici di Pechino; nel 2009 partecipa alla IV Biennale di Praga. Nel 2010 la mostra pubblica Zeitgeist a Pietrasanta riporta Veneziano sulle cronache nazionali e Internazionali per la presenza dell’opera La Madonna del Terzo Reich. Nel 2011 viene invitato al Padiglione Italia alla 54ªBiennale di Venezia, nel 2012 alla Biennale d’Arte Contemporanea Italia-Cina, Villa Reale di Monza. Nel 2015 partecipa alla mostra Tesori d’Italia, EXPO 2015, Milano. Nel 2016 inizia a insegnare all’Accademia di Belle Arti “Aldo Galli” di Como. Nel 2017 partecipa alla “Design Week” di Milano con una scultura in marmo statuario di Carrara dal titolo White Slave. Nel 2019 realizza due mostre pubbliche di notevole successo di pubblico e di critica: la prima a Palazzo Ducale di Massa e la Seconda al Museo Riso di Palermo. Nel 2020 Realizza la mostra pubblica Giuseppe Veneziano VS Raffaele Sanzio a San Benedetto del Tronto. Le sue opere sono state esposte In Germania, Francia, Inghilterra, New York, California, Dubai, Cina, Russia. Dalla critica e dalle riviste di settore è riconosciuto come uno dei massimi esponenti della “New Pop italiana e internazionale” e del gruppo “Italian Newbrow”.

Scusa ma non ci sto. Che Veneziano rientri nella categoria di artista scultore pop ha scarsa o nulla rilevanza, quello che mi preme dire è che il suo prodotto esibito mi offende, e non penso che urti solo la mia sensibilità, mi offende, ripeto, deturpa equilibri storico artistici architettonici di inestimabile valore. Che ci fa la sua roba nelle piazze d’Italia? non ha niente da aggiungere se non descrivere la natura autoreferenziale e tutto sommato “vecchia” della sua artistica banana blu. Evidentemente e sconsolabilmente considerata opera d’arte. Ma ce lo dicono Aristotele, Nietzsche e Duchamp cos’è l’arte, perché Veneziano non si informa prima di farsi proclamare artista? Domanda: Non si possono fermare questi obbrobri? Chi decide e cosa esporre nelle piazze d’Italia? Abbiamo fatto dei referendum per scegliere quale artista nostrano possa esporre? Quanto costa allestire roba del genere? è il cittadino che paga? E quanto? E poi Giuseppe Veneziano lo sa che Andy Wharol è morto da un pezzo? Ti riporto per tua conoscenza cosa si legge in una sua intervista:

-Come nasce il tuo essere artista?
Ho provato a convincermi di non esserlo, ma non ci sono riuscito.
-I tuoi soggetti sono proposti in stile cartoon tramite una rivisitazione personale, c’è stata un’evoluzione dall’inizio ad ora?
Fin dalla mia adolescenza ho vissuto gran parte della mia crescita formativa davanti la TV e leggendo fumetti. Il mio linguaggio pittorico si è formato naturalmente (senza preparazione accademica o forzature di stile) mischiando le immagini del mio tempo con quelle della memoria, mischiando la realtà con la finzione. Infatti personaggi reali sono dipinti come fumetti mentre i cartoon sono dipinti in modo più realistico.
-I tuoi pilastri, Vasco Rossi, Rambo, Jim Morrison, Andrea Pazienza, Charles Baudelaire, Louis I. Kahn e Cicciolina, ricorrono nelle tue opere, cosa ti ha portato a considerarli come tali e come mai proprio questi soggetti?
Sono personaggi che hanno nutrito la mia fantasia e mi hanno dato molti stimoli per ampliare le mie curiosità. Tento sempre di non avere preconcetti sugli argomenti da trattare e di non vergognarmi del mio passato. Non ho mai voluto distinguere la cultura alta da quella bassa, sono sempre stato attratto da tutto ciò che mi emoziona....
Se lo dice lui.