Scoiattoli a cena e grande poesia

Dagli scoiattoli fritti o in umido agli esuli italiani ospiti dei britannici, osannati e onorati e non cucinati in padella. Ferrara non trascurava nulla, osservava, frugava negli archivi della storia scoprendo frasi come queste: «Brutto come un babbuino che, quando parla sembra un porco a cui taglino la gola», impietoso giudizio di un collega di penna non condiviso tuttavia da pareri coevi, ma andiamo per ordine scoprendo il soggetto vittima dell’avversione. 

Ci sono anche virtù che rendono onore ai Brits: ospitalità e riconoscimento del merito altrui. Soprattutto nel passato. Il grande Ugo Foscolo, deluso dalle vicende italiane e furioso per il tradimento di Napoleone, sbarca a Londra nel 1816, inseguito da un mandato di arresto del governo austriaco, dai debiti e preceduto dalla fama di grande poeta. A Londra va a vivere a Leicester Square, poi a Soho. In una lettera alla sua amante sposata Quirina Mocenni Magiotti scrive: «da che toccai l’Inghilterra ebbi lieta ogni cosa [… ]. Qui per la prima volta mi sono avveduto ch’io non sono affatto ignoto a’ mortali; e mi veggo accolto come uomo che godesse già da un secolo di bella fama e illibata.» Se vuoi saperne di più:

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raccolte in un volume: