Fabrizio M. Ricci, mi ha scritto una lettera aperta che mi ha fatto piacere da un lato e dall’altro ha riportato in luce una vecchia faccenda, non proprio edificante, e mai chiarita del tutto; una storia finita anche sui giornali nazionali. Si tratta di un viaggio in Uganda e Sudan. Fabrizio era ed è un amico, ex inviato speciale de Il Messaggero e giornalista di chiara fama
Fra le altre cose nella lettera pubblicata SU L’UOMO CON LA VALIGIA scrive anche questo:
…sono andato a rileggermi il tuo “La valigia scomparsa”, uscito a Febbraio 2012 nella sezione Storie. Così come la prima volta, anche adesso l’ho riletto con dispiacere e anche un po’ di irritazione. Dispiacere nel constatare che il tempo, dopo tanti anni, non è ancora riuscito a lenire la tua amarezza (“una pietra che pesa come un macigno”) per il furto che hai subito a Malakal delle tue macchine fotografiche. Un’amarezza all’epoca certamente più che giustificabile, ma che perdurando, con tutta evidenza ha finito per condizionare in negativo i tuoi ricordi; irritazione per quel tuo definire oggi quel viaggio come “pestifero, iniziato male e finito peggio”…Parli di un viaggio che prosegue fra reciproche accuse, animi avvelenati, mancanza di serenità e entusiasmo. Vero solo in parte, quella parte che ci ha visti impantanati a Nairobi prima e a Kampala poi. Ma una volta partiti, serenità e entusiasmo a me non sono mancati. …
…Rassegnati alla realtà e seppellisci i ricordi sgradevoli, tieniti stretti soltanto quelli belli. Lo scrivi tu stesso: l’Africa immensa, fascinosa, irresistibile; l’aquila pescatrice al bordo del fiume; l’emozione del rombo delle Murchison; il cucciolo di ippopotamo che trotterella via… Questo è quanto c’è da ricordare.
Con affetto Fabrizio M. Ricci
All’amico Fabrizio ho risposto spiegando quanto è successo a me dopo il viaggio. Voi chiederete: E a noi cosa importa? Sono affari vostri. Il fatto è che per quella vecchia storia siamo finiti sui giornali, con accuse, dubbi e …altre cose velenose e poco piacevoli, almeno per me. Cioè era diventata una cosa pubblica.
non puoi immaginare la gioia e la sorpresa nel leggerti, niente affatto compromessa dal contenuto della tua lettera aperta inviatami da Paolo Novaresio. Da anni avrei voluto riallacciare i rapporti con te, ci ha aiutato l’articoletto su L’UOMO CON LA VALIGIA, che ti è dispiaciuto e in parte irritato.
Accetto le tue puntualizzazioni e le osservazioni. E non ritengo opportuno precisare o modificare alcunché. Hai ragione e basta. Dal tuo punto di vista è più che comprensibile. Tuttavia…
Quel pezzo, enfatizzato ad arte e magari ingeneroso, aderisce perfettamente al Mario di allora, (che non esiste più) puerile, ambiguo, smarrito e confuso…e bastonato dall’esito del viaggio più di altri. Questo me lo devi lasciar dire. L’aver puntato tutto su quel viaggio e aver perso il lavoro a LA STAMPA, e aver dovuto cambiare città, lo smarrimento conseguente e il dover sostenere a Torino e spiegare il fallimento di quell’iniziativa, che era partita da me e dal tuo ex collega inviato speciale de LA STAMPA, Francesco Fornari, a parenti, amici e colleghi di lavoro forse è toccato solo a me. E ti assicuro che non è stato piacevole, soprattutto dopo il pezzo sull’ESPRESSO e l’UNITA’.
I ricordi di un evento condiviso non possono essere del resto omogenei; per me di sconfitta si trattò e non fu certo l’onore della bandiera, per qualche bella foto scattata grazie alla tua macchina fotografica, a colmare quel senso di fallimento, ripeto, forse accentuato dall’inesperienza e dall’avventatezza di allora.
Di quel viaggio salvo te, Paolo Novaresio, Angelo Colli, Fulvi, …i Dinka, e ovviamente l’Africa tutta. Ho un unico rimprovero da farmi: era una cosa troppo grande per me e io ero inadeguato. Perché il progetto che avevo in mente si è squagliato al sole africano come un sorbetto.
Ho saputo che pubblicherai su L’UOMO CON LA VALIGIA reportage ampliati di quel viaggio. Tienimi informato, se lo vuoi. Io non ho un sito serio e ben fatto come quello, però c’è gente che ci scrive e se ti piacerà potrai pubblicare sul mio blog ciò che desideri.
tuo paluan che ti saluta