
Che GRETTA non sia l’opera letterariamente piú alta di Erskine Caldwell posso essere anche d’accordo, meno d’accordo invece su alcuni pareri espressi frettolosamente anche nella presentazione del libro, inserito nella collana OSCAR MONDADORI, e da giudizi non accurati e sommari espressi in qualche recensione. Per me GRETTA rimane una storia complessa, e di non immediata lettura, non tanto nella trama quanto nei personaggi. La storia infatti fila via liscia e facile, con venature thrilling, verso il tragico epilogo con una serie di tragedie consequenziali a grappolo. A meno che non si voglia usare l’accetta e dire: nero, bianco, perverso, esecrabile e puttana. Non è cosí, o, non solo cosí.

Una storia capace di trarre in inganno per la facilitá con cui si possono “immediatamente” misurare e giudicare personaggi moralitá corrente, ambiente. Ambientata durante la Grande depressione, in uno scoraggiante “non luogo” americano, mentre la neve cade e si è soli, tremendamente soli a scrutare il fondo della bottiglia e a ordinare un altro liquore al bar Roundabout e il richiamo ossessivo del sesso, infido surrogato di amore e affetto, eletto a panacea e a rimedio antisolitudine. Gretta ce la mette tutta seguendo la sua naturale attitudine e desiderio di essere ammirata e per non sentirsi mai sola ad accettare complimenti, regali in denaro e compagnia intima per darsi poi, desiderosa nel farlo a uomini senza volto, dopo robuste dosi di whisky al succo di limone.

Una viziosa? Anche. Ma Gretta è sola, davvero sola e ha paura della solitudine. E lo dice, anzi, lo grida. Gretta rappresenta la bellezza, il proibito, il richiamo, inevitabile preda di concupiscenza, non conosce limite, lei i limiti li infrange, non rinuncia al piacere di darsi, lo fa per passione, per sentirsi amata e protetta, e anche per danaro, poco danaro, non sa rinunciare all’ammirazione di altri uomini, anche se ama, riamata dal suo medico marito che si toglierá la vita per lei. Facile condannare Gretta, come esecrare il medico amico del marito, esponente delll’inflessibilitá puritana americana (il sesso, per giunta mercificato, ovvero l’orrore per la morale corrente, in America fa sempre salotto e tiene sempre banco.) Dico, vacci piano a giudicare. Te sposi una attraente donnaccia dichiarata e cosa vuoi che ti succeda? Che ti mettano la corona d’alloro in capo?

Bravo cornuto, pregresso, presente e futuro. Te la sei voluta. Ma non ti eri accorto prima di com’era tua moglie? Chiede il suo amico. Ma io l’amavo e l’amo. Dice lui all’amico medico, e vuoi biasimare uno cosí? L’amore perdona, redime e spiega, ma non guarisce come in questo caso. E il marito si ammazza, condannato anche dal parere del suo unico amico medico. Anche un ex amante di Gretta si era ammazzato, chiuso nel bagno di casa della coppia. Un vero macello. Il barista fa il ruffiano, ossia fa i suoi affari perché tette, fianchi e gambe di Gretta sono uno schianto, e attirano i clienti. In quanti locali al mondo e da quanto tempo capita cosí? Da tempo immemore. E lei ci sta, basta che tu le offra da bere e le fai complimenti e ci sta. Allora lei, nel suo squallido appartamentino, reciterá per te lo spettacolo della grazia femminile che si disvela, denudandosi, offrendosi alla vista e al desiderio, sfilandosi lentamente le calze, tentatrice, seduta a terra per poi gettarsi fra le tue braccia.

La condanni su due piedi? No, la curi, se mai, se c’è qualcosa da curare in lei, ma soprattutto, se lei vuol essere curata. Perché prima occorre rispondere alla domanda: come mai, sapendosi amata, ed amando il marito Gretta va con un altro uomo accetttando denaro?
Mentre fuori la neve cade e nello squallido appartamentino di Gretta si ripete il mistero dell’amore, anche se mercenario. Una donnaccia che ama? Sí. Vorrebbe essere “coperta” di sguardi e attenzioni, di amanti provvisori dei quali nemmeno desidera sapere il nome. E lo fa anche se sposata e amata, riamando. Quindi vedi che non tutto è semplice. E poi ci sono le figure delle infermiere dell’ospedale, davvero interessanti quelle, apparentemente secondarie e invece molto significative sul ruolo della donna americana di ieri e di oggi: decisa, imparziale, onesta, energica, granitica, non compassionevole, e spietata nel giudizio, creatura tutta d’un pezzo insomma, donne che amministrano, giudicano, e non perdonano.

Questo è il volto della donna americana di oggi? E l’uomo come sta? L’uomo è quello smarrito dei bar, della folla anonima che ronza per le vie della cittá, che contempla il suo bicchiere di whisky, indagando, se ne ha voglia, se ci sono bellezze nei pressi. Tutto semplice? Niente affatto. Dico io. Il medico fuori di testa, ex amante di una notte di Gretta fa il matto a casa della coppia che lo ha invitato. Oltraggia Gretta e la torma dei segugi venuti lí a vuotare bicchieri di alcol durante un party, torma che, trovando sconveniente la cosa lo getta fuori e poi commenta. Ovvero la legge del branco. Pesci piranha dentro un acquario? No, Americani che passano il tempo a frequentarsi: vicini di casa, amici e colleghi del marito che passano di villino in villino a “socializzare” e che spolperanno vivo con pettegolezzi e sorrisi di compassione il povero becco di marito. Potrebbe succedere anche oggi, credo. Non puoi condannarli o biasimarli, metteresti alla gogna gli Interi Stati Uniti d’America. Ieri e oggi, loro socializzano col bicchiere in mano.

Hai visto quante copertine hanno dedicato a Gretta? Ne ho scelte un po’, ma la mia preferita rimane la prima, quella di Ferenc Pintér, fondo giallo e gamba levata. A corredo di quanto sopra mi piace riportare quello che lo stesso Erskine Caldwell disse: Chi in America potrebbe gestire la realtá dell’uomo non è capace di farlo. Per inettitudine morale, per grettezza, per mancanza di intelligenza, per incapacitá scientifica…
E oggi cosa accade in America caro Erskine? Ce lo vuoi dire dalla tua tomba?