Pacificazione (im)possibile? – seconda parte

Sul tema dell’Italia post fascismo i Brits hanno le loro idee. E qualche ragione ce l’hanno. Scrive Lorenzo Ferrara, ma non andiamo a scoperchiare tutte le pentole, per favore, aggiunge.
Tony Barber, European comment editor, Financial Times, 27 ottobre 2022: “l’Italia si è scagionata dai crimini commessi sotto il Duce. Descrivere Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia come diretti discendenti di Mussolini e dei fascisti è fuorviante. Hanno conquistato il potere in elezioni libere; non uccidono né usano la violenza di massa contro i loro oppositori; non intendono creare una dittatura a partito unico; e non hanno intenzione di invadere paesi stranieri e costruire un impero italiano nel Mediterraneo e nell’Africa orientale. I libri, Mussolini in Myth and Memory di Paul Corner e Blood and Power di John Foot, raccontano perché l’estrema destra sta cavalcando l’onda oggi. Una spiegazione: sebbene Mussolini non sia stato ufficialmente riabilitato, molti italiani guardano al suo governo con tolleranza e ammirazione. Tendenza non limitata ai politici di destra, perché? Corner, professore emerito all’Università di Siena: “Come mai un uomo giustiziato da italiani, il cui corpo è stato appeso al cavalletto di una pompa di benzina per pubblica esecrazione, è diventato una figura a cui si guarda con un certo riguardo, persino nostalgia?” Corner sostiene che, nella memoria collettiva italiana, alcuni aspetti apparentemente benigni del fascismo sono stati “salvati” e altri – come la violenza di stato, la repressione delle libertà, la polizia segreta, le atrocità coloniali e la marcia verso la guerra – opportunamente dimenticati, vile la complicità dell’establishment politico e della monarchia. Di qui l’esonero di colpa o responsabilità. Vittime, non carnefici, dunque”.

Gianfranco de Turris in Dialoghi sgradevoliIdrovolante edizioni. Pag 122:
“Filarete – Dunque, il 4 settembre 1993, in vista dei 50 anni del cosiddetto “armistizio” il generale Luigi Poli, presidente dell’Associazione nazionale combattenti della guerra di liberazione e Giulio Cesco Baghino, presidente dell’Unione combattenti della RSI, inviarono un messaggio al capo dello Stato, il cattolicissimo Oscar Luigi Scalfaro, chiedendo di essere ricevuti “per simbolicamente dare il via alla pacificazione e parificazione fra tutti gli italiani che in quei tragici giorni impugnarono le armi per la Patria, a prescindere dalla parte in cui si schierarono”. Non se ne fece nulla di pubblico per gli strilli degli antifascisti in s.p.e. Ma i militari con le stellette e con il gladio, come li definì Poli, un atto di riconciliazione lo fecero lo stesso.
Qualche coraggioso disse: “Un’Italia pacificata e parificata per la ricostruzione: a 50 anni dalla guerra civile, cessino le discriminazioni fra italiani, si ricrei la concordia nazionale, si mettano al bando i fomentatori di odio tra i figli di una stessa patria. La data dell’8 settembre può rappresentare l’occasione del riscatto della nazione se il presidente della Repubblica saprà dar seguito all’appello rivoltogli dal generale Poli e dall’on. Baghino a nome dei caduti e dei combattenti di 50 anni fa dell’una o dell’altra parte”.
Simplicio – Nobili e alate parole, ma senza seguito.
Chi le pronunciò?
Filarete – Effettivamente senza seguito. È una dichiarazione all’Ansa di Gianfranco Fini, segretario del MSI”.

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raccolte in un volume:

Giorgia Meloni bis

Timothy Garton Ash non la pensa come i giornalisti che la criticavano e sul Financial Times del primo ottobre 2022 scriveva: “Per un revival fascista guardate a Mosca, non a Roma…” E poi:  “Alcuni italiani hanno una visione addolcita dell’era mussoliniana, ma oggi i veri fascisti si stanno rivelando altrove… È vero che, da giovane, Meloni fu appassionata aderente di un partito neofascista: una volta fu ripresa da una telecamera mentre descriveva Mussolini “il miglior politico degli ultimi 50 anni”. Ma etichettarla oggi come sua discendente diretta è un’esagerazione giornalistica. Meloni è senz’altro una populista di destra anti immigrazione, ultra conservatrice e nazionalista euroscettica. Tuttavia l’etichetta di “fascista” spetta ad altri paesi e personaggi: alla Russia di Putin, ad esempio. Qui si riscontrano molte delle caratteristiche storiche precipue del fascismo. Sia Berlusconi che Matteo Salvini hanno parlato con ammirazione di Putin. Fortunatamente Ms Meloni ha espresso un fermo sostegno a una posizione occidentale unita contro l’aggressione russa in Ucraina…”.

Kenan Malik Observer  del 2 ottobre: “Da Aristotele a Meloni, il ‘bene comune’ è stato utilizzato per dividere e governare (…). Giorgia Meloni ha denunciato la riduzione delle persone allo status di “schiavo consumatore”. Ha catturato l’immaginazione di molti sia a destra che a sinistra, inducendoli a considerarla come la persona che “dice quello che tutti pensiamo”… I temi di Meloni sono radicati nella storia della destra reazionaria e si connettono a un’ostilità pregressa verso migranti e Musulmani. Ma la sua condanna del capitalismo contemporaneo risuona ancora molto più ampia, riecheggiando anche molte critiche della sinistra”.

The Economist  dell’8 ottobre  si chiede: “Giorgia Meloni può permettersi le cose che vuole?… Una cospicua squadra di tecnocrati rassicurerebbe i mercati e i partner italiani dell’UE. Ma i suoi alleati vogliono posti a tavola. Più ne hanno, maggiore sarà la pressione sul prossimo primo ministro italiano…”. Non sono ancora trascorsi tre anni dai primi commenti e critiche della stampa e Giorgia Meloni ha bruciato le tappe, diventando secondo alcuni opinionisti la donna piu’ potente d’Europa.

Stralcio di un articolo pubblicato su Barbadillo a ottobre 2022.

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raccolte in un volume:

Dicevano di lei

A ottobre son passati tre anni. Ecco come la stampa di allora accolse il nostro premier:
LONDRA 16 Ottobre 2022 The Guardian, Lorenzo Ferrara scriveva su Barbadillo. Come gli inglesi vedono (strabicamente) Giorgia Meloni

Una vibrante vestale italiana sta turbando la politica europea. Sui media inglesi le sue immagini affiancano quelle di un fantasma vagante nella storia patria: Giorgia Meloni e Benito Mussolini. Si tratta di un grande abbaglio figlio di una ideologia anti-italiana e della mancata conoscenza delle radici politiche antiche della destra italiana.
Metro del 27 settembre annota: “L’alleanza del duce con Hitler finì in sconfitta” ed egli “venne catturato e giustiziato.” (!) L’articolo della giornalista tuttologa Frances d’Emilio precisa che Miss Meloni ha cercato di ammorbidire la sua appartenenza politica ma che ancora adotta uno slogan fascista: “Dio, Patria e Famiglia.” Come se questo fosse indizio di reato!
L’Evening Standard del 26 settembre suona la sirena: “Allarme dopo la vittoria dell’estrema destra in Italia. La prima donna primo ministro con legami con Mussolini pronta a guidare la coalizione… è allarme nelle capitali Ue e i mercati finanziari esamineranno le sue mosse dato il suo passato euroscettico e la posizione ambivalente dei suoi alleati sulla Russia… Il primo ministro francese Elisabeth Borne ha promesso: “In Europa abbiamo determinati valori e ovviamente rimarremo vigili””.
Tirandoci fuori dalla naftalina solo se diventiamo un “caso” qui i Brits esprimono giudizi misti sull’esito delle urne nostrane.

Amy Kazmin sul Financial Times del 24 settembre definisce Meloni “carismatica, tenace e formidabile politica…! Lei è l’ultima novità in un mercato politico affollato che ha prodotto instabilità, stagnazione economica e standard di vita in declino”. “Il vento soffia a favore di questa giovane donna, vista come diversa”, ha detto Roberto D’Alimonte (Università Luiss). “L’idea è che tutti ci hanno tentato, tranne lei, quindi lasciamola provare, come ultima risorsa. Ma senza troppo entusiasmo…” Secondo Marco Marsilio: “è persona molto seria e impegnata e soprattutto molto leale… mantiene la parola data e puoi sempre contare sulla sua presenza…”

Robert Fox sull’Evening Standard del 27 settembre va giù duro:
“Giorgia Meloni condivide la visione della storia di Putin … La sua vittoria è stata un enorme passo indietro per il Paese e la sua politica ha ascendenze mussoliniane… Meloni, che dice: “governerò per tutti gli italiani”, potrebbe avere qualcosa in comune con Putin. Entrambi abbracciano una falsa visione del destino e della grandezza della loro nazione… Putin è un dittatore dell’era digitale, con una desiderio e per i vecchi raggiri della gloria imperiale… Il fascino di Meloni è più sottile: la visione del bellissimo paese, basata sui buoni valori della famiglia cattolica e un’Italia per gli Italiani significa che gli immigrati dall’Africa devono essere fermati da un blocco navale attraverso il Golfo della Sirte e la costa della Libia… Meloni ha vinto perché ha offerto messaggi confortanti: valori familiari e sicurezza contro crisi, debiti e disperazione….” A prestissimo col prossimo post su Giorgia Meloni.

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raccolte in un volume: