Un successo sorprendente

Ugo Foscolo verrà infatti ricevuto a braccia aperte dal Gotha politico e culturale inglese; nei salotti più esclusivi della capitale come in casa Holland faranno a gara per ospitarlo e qui incontra gente del calibro del primo ministro Castlereagh, il duca di Wellington, nel ritratto, vincitore di Napoleone e lo scrittore Walter Scott, l’unico a detestarlo cordialmente, sbilanciandosi a dire del poeta: “brutto come una scimmia e che se parla sembra un maiale.” Che c’entrasse l’invidia verso il nostro grande poeta? Ma gli Inglesi non condividevano il giudizio, anzi amavano il babbuino italiano, pronto a perdere le staffe per niente, a urlare, sbracciarsi recitando come sul palcoscenico, perché sapeva che tutto gli perdonavano, soprattutto le conquiste femminili. Litiga per lettera anche con Byron, e sfida un giornalista a duello, sparando il suo primo colpo in aria e non sul malcapitato tapino che lo aveva appena mancato. Tutto faceva brodo per alimentare la sua fama di originale e fuori dagli schemi a ogni costo. Perdonano le sue intemperanze gli Inglesi perché italiano e quindi passionale e focoso oltremisura, riconoscendo tuttavia la sua grandezza di poeta.

memorie-polemica-indagine
raccolte in un volume:

Scoiattoli a cena e grande poesia

Dagli scoiattoli fritti o in umido agli esuli italiani ospiti dei britannici, osannati e onorati e non cucinati in padella. Ferrara non trascurava nulla, osservava, frugava negli archivi della storia scoprendo frasi come queste: «Brutto come un babbuino che, quando parla sembra un porco a cui taglino la gola», impietoso giudizio di un collega di penna non condiviso tuttavia da pareri coevi, ma andiamo per ordine scoprendo il soggetto vittima dell’avversione. 

Ci sono anche virtù che rendono onore ai Brits: ospitalità e riconoscimento del merito altrui. Soprattutto nel passato. Il grande Ugo Foscolo, deluso dalle vicende italiane e furioso per il tradimento di Napoleone, sbarca a Londra nel 1816, inseguito da un mandato di arresto del governo austriaco, dai debiti e preceduto dalla fama di grande poeta. A Londra va a vivere a Leicester Square, poi a Soho. In una lettera alla sua amante sposata Quirina Mocenni Magiotti scrive: «da che toccai l’Inghilterra ebbi lieta ogni cosa [… ]. Qui per la prima volta mi sono avveduto ch’io non sono affatto ignoto a’ mortali; e mi veggo accolto come uomo che godesse già da un secolo di bella fama e illibata.» Se vuoi saperne di più:

memorie-polemica-indagine
raccolte in un volume: