Una figura al cui valore indiscusso andrebbero tuttavia aggiunte alcune note, non per sminuirne la valenza storico politica, ma per onorare l’obiettività dei fatti, al di fuori delle consacrazioni di rito. La necessità di creare figure di specchiato e immacolato valore è una pratica ricorrente della storiografia ufficiale. Ma l’obiettività storica è una virtù ardua da raggiungere. C’è chi lo denigra apertamente e chi consacra la figura. Del resto, a stringere la mano al Re Vittorio Emanuele II a Teano, c’era lui, il grande Giuseppe, come a sancire a futura memoria una consacrazione di inequivocabile rilievo politico, un gesto che non può essere ignorato. Ma anche in questo caso bisognerebbe leggere il contesto in cui avviene l’incontro. Il contributo di Maurizio Degl’Innocenti, autore di un libro dedicato proprio a Garibaldi è notevole: “Al di là del mistero che certamente avvolge il percorso che porta alla santità o all’oblio, c’è la presenza di un uomo dalle doti rare, protagonista di fatti ed eventi eccezionali, dal coraggio inossidabile, e dal grande fascino che ha affrontato con slancio, privazioni e dolore. In questo complesso percorso della nascita dei miti, realtà, cronaca e deformazione dei fatti si intrecciano, e attori e spettatori, come nel teatro, sono reciprocamente attivi”.
E torniamo ai Brits e alle loro mene: chi pensi che abbia finanziato la spedizione dei Mille, affittando una nave, comprando fucili, cibo, vestiario e munizioni? Proprio i Brits. Secondo i documenti in mano a Aldo Mola, apprezzato studioso e storico della Massoneria. Gian Maria De Francesco su Il Giornale, 4 Luglio 2009 titola: “Un finanziamento della massoneria britannica dietro l’avventura dei Mille”.
Nel testo dell’articolo: “Nel corso della commemorazione del «fratello» Garibaldi lo storico Aldo Mola rivela il dettaglio inedito. Tre milioni di franchi donati dalla massoneria inglese consentirono l’acquisto dei fucili di precisione a Quarto. L’appoggio non fu solo economico: il mito dell’«eroe dei due mondi», già in essere, fu alimentato per screditare il Papato. Tutta la spedizione garibaldina, ha aggiunto il professor Mola, «fu monitorata dalla massoneria britannica che aveva l’obiettivo storico di eliminare il potere temporale dei Papi ed anche gli Stati Uniti, che non avevano rapporti diplomatici con il Vaticano, diedero il loro sostegno». Torniamo alla sua visita in Gran Bretagna. Mirtide Gavelli, storica e curatrice del Museo civico del Risorgimento di Bologna: “Nell’aprile del 1864 Garibaldi visitò l’Inghilterra accolto trionfalmente da milioni di inglesi, di tutte le classi sociali, desiderosi di vedere con i propri occhi l’eroe della Spedizione dei Mille. Un viaggio trionfale rimasto nell’immaginario popolare, anche grazie ai biscotti a lui dedicati!”.
Nell’occasione della visita fu infatti creato da un fornaio pasticcere il “biscotto Garibaldi”, in onore dell’eroe dei due mondi, oltre a una valanga impressionante di gadget comprendente pipe, ricami, gioielli e bigiotteria, insomma un vero Garibaldi business. Pare che intraprendenti housekeepers vendessero bottiglie d’acqua in cui si era lavato la faccia il nostro eroe, fandonie? Può darsi. Anche se ogni città italiana di una certa rilevanza gli ha intitolato una strada, il genuino entusiasmo riservato dagli Inglesi al nostro rimane insuperato e onora il popolo britannico. Un mito tutto italiano glorificato dal business dei Garibaldi biscuits.
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raccolte in un volume:




















