
Le dieci lire, le cinque lire, e anche una lira. Pesavano come piombo in tasca, bucandone spesso la fodera. Oppure si versavano volentieri per terra, facendoti imbizzarrire, eppure…Ti sei certo dimenticato di quando pagavi con dobloni, fiorini, talenti e sesterzi, la tua memoria non può arrivare sin là, ma non di quando pagavi con la lira. Di quello ti ricordi. Era ieri e sembra un secolo. Distratto com’eri! Così ti riempivi le tasche. Telefonare era un dramma, perché il telefono a gettoni spesso ti fregava. Pronto chi è? E poi cadeva la linea, intanto le duecento lire se ne erano già andate. Era zia Antonia che volevi avvisare perché eri stato promosso.

Le cinque lire recavano un delfino scolpito e le cinquanta il dio Vulcano alle prese con incudine e mazza, nell’atto di martellare. La lega metallica era senz’altro differente. Te ne ricorderai di certo. Così scrive anima mia – la nostra memoria bambina, quanto costavano le caramelle Golia (una lira) mentre con trenta lire si comprava un ghiacciolo e con cinquanta lire si faceva merenda. E anche quali monete erano calamitabili per poterle recuperare con una calamita legata a un cordino, attraverso le griglie sul pavimento. Era il valore del denaro dichiarato, evidente e tangibile. Come non accade più oggi. Le monete in lira dicevo, con cavalli rampanti alati, delfini, rami di olivi e querce, aratri (non dimentichiamo che siamo una repubblica fondata sul lavoro) e Minerva e le tre caravelle sulle 500 lire d’argento, che ancora oggi mi confondo nel rammentare quale fosse il verso corretto delle bandiere, ma il vento da che parte spirava? E le caravelle erano di bolina larga o col vento in poppa? Ma allora le navi andavano anche a bolina o solo di poppa e lasco? Non ne hai tenuta nemmeno una? Peccato, dicono che oggi valgono un sacco di soldi, dicono sempre così delle monete che uno non ha più nel cassetto. Anche se quelle da 500 lire, con una bella dama sul retro, si ossidavano per quel poco d’argento che contenevano. Così si diceva. Io non so se quelli della Zecca si divertivano un po’ a coniare monete con qualche errore semantico per poi dire c’è un errore! Alto là. E quella moneta ritirata dal commercio alé! a schizzare in alto di valore. Ma qualcuno bene informato ne faceva incetta prima? Ti ricordi quando bastavano dieci lire per le palline di chewing gum? Non dico fossero bei tempi visto che si moriva di freddo per via che non c’era il termosifone e gli ascensori erano installati solo nelle case dei ricchi, e il frigo te lo avrebbero portato dopo qualche anno, direttamente dall’America. Con le monete era facile capire il valore delle cose, partendo dal basso, dalla caramella o dal chewing gum, appunto. Aspetto, dimensione, peso e tipo di lega, Ma non ci perdiamo in dettagli. Perche le monete? Nel nostro caso perché la lira moneta? La moneta era ed è ancora, translandola oggi negli euro, -ma non si sa per quanto- un oggetto fisico, parlava ai sensi, al tatto, assai più delle banconote in carta che il tempo e l’impiego riducono a schifezze nel portafogli, anche se oggi, oltremanica, usano quelle di plastica, banconote realizzate dalla Cerutti di Casale Monferrato. Ma non divaghiamo. La moneta da “fisica” si è andata via via smaterializzando, diventa virtuale, astratta, si sottrae alla vista. Sembra che non serva più allo scopo (vedi uso di carta di credito anche per importi irrisori….e senza controllo)…beh, si fa per dire. Non ci sono più il dio Vulcano o l’aratro o Minerva o le tre caravelle a rappresentare simbolicamente il quanto vale? ma ridotta a cifra sullo schermo di un computer, ed estratto conto che la banca ti rilascia se lo richiedi, sembra suggerirti il quanto, malinconica: ti ricordi quando… È il danaro fisico tutto a sparire, nemmeno più rappresentato da monete o banconote. Il danaro fisico che rappresentava qualità e quantità dei beni sta andando fuori corso. Ma con quali esiti? Una volta c’era il sale, pagavi col sale, con perline colorate, anelli e pani di rame, spiedi e conchiglie erano le monete di ieri, pagavi con cammelli, buoi, se dovevi dare il resto di un bue, davi otto capre invece di dieci (valore del bue intero) e con cammelli e capre compravi e compri tuttora, moglie. Il denaro di una volta era simbolo, in sostituzione di esseri umani, bestie, merci, prodotti, terre e materie prime. Dirai che ho scoperto l’acqua calda.

Oggi sei diventato o ti fanno fatto diventare (consentimi l’espressione per forza) moderno, pratico, senza più monete che sfondano le tasche, oggi il denaro non corrisponde più al reale valore di merce davvero esistente, ma è compreso in processi ben più ampi e non proprio trasparenti, ti hanno, ci hanno detto: basta un click per vedere quanti ne hai sul conto, quanti ne hai in meno che con la carta di credito non capisci mai quanto ti rimane da spendere. Basta un click per pagare con carte di credito, iPhone, basta un click per pagare anche senza danaro, tanto poi ti vengono a pignorare il letto perche non hai più il controllo sulle tue esatte uscite di denaro, cosa che la moneta ti permetteva di fare. Ma non si tratta solo di questo, c’è dell’altro. Sarà solo una mia idea ma ho la sgradevole sensazione che di questi processi qualcuno tiri le fila, che vengano decisi da poche menti pensanti, che sotto ci siano intenzioni speculative che non riesco bene a identificare, perché non sono un esperto e di economia non valgo una cicca, e di cui la sparizione della moneta sia solo il primo infimo passo. Parlo degli speculatori di professione, dei finanzieri che vedono nell’accumulo di denaro una meta irrinunciabile, un valore assoluto e sempre perseguibile. Di grandi banchieri, e capi di stato e presidenti che erano stati nel passato a loro volta banchieri, (anche l’Italia ne annovera). A chi specula a tutto spiano cosa vuoi che gli importi far crollare economie, innescando crisi planetarie di cui tutti abbiamo pagato le conseguenze. 2006 docet. Un po’ di cultura me la sono anche fatta sulla moneta sui suoi funambolici alti e bassi scorrendo lo scritto intitolato: Ma prima nel portafoglio avevamo pecore e buoi. firmato da Giovanni Svevo.

Le monete vanno e vengono, ma qui la loro sparizione è già stata decretata e non è altro che un infimo tassello in un disegno globale che tende a sottrarre ogni forma di controllo del tuo denaro, anzi l’ha gia sottratto. Lasciami dire una cosa che farà scandalizzare banchieri e finanzieri: e se tornassimo allo scambio di buoi e al baratto?